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  Il reef in salotto
Il tempo
L'impegno
Lo spazio
I costi

 


Due metri di barriera corallina trapiantata in salotto. Osservare la vita di pesci, invertebrati, alghe e coralli come durante un'immersione sul reef. Anzi, molto più da vicino.
Grazie alle sempre più avanzate soluzioni messe a punto dalla tecnica, oggi allestire e curare un acquario di barriera non è più un'avventura impossibile. Ma attenzione, non è nemmeno un'impresa delle più semplici: si tratta di riprodurre uno degli ambienti biologicamente più complessi, più fragili e meno conosciuti che la natura abbia sviluppato.
Chi si avvicina a questo tipo di acquario non può permettersi risparmi per quanto riguarda quattro aspetti:
tempo, impegno, spazio e costi. Nel caso contrario, è meglio non si cimenti nell'impresa. E' meglio, soprattutto, per i pesci e per gli invertebrati marini: si tratta di organismi delicati, molto spesso strappati al proprio ambiente naturale. Costituiscono dunque un patrimonio preziosissimo che va allevato in acquario con ogni attenzione e con il massimo rispetto.




Un acquario di barriera richiede tempi lunghi sia nella maturazione (almeno tre mesi dall'inserimento delle rocce vive) sia nello sviluppo successivo. Ogni trasformazione avviene secondo i ritmi della natura: lentamente e progressivamente. Non si cimenti nell'impresa chi pretende in 20 giorni di avere una vasca funzionante e popolata.

Sharm El Sheik - Mar Rosso (marzo 1998)





Pesci e invertebrati vanno osservati quotidianamente per cogliere al volo l'insorgere di problemi. Cibo a parte, quasi ogni giorno sono necessarie piccole operazioni. Le apparecchiature devono essere controllate spesso. Almeno ogni 15 giorni occorre un intervento di pulizia. Una volta al mese un cambio parziale dell'acqua. Dunque lasci perdere l'acquario di barriera chi non se la sente di rinunciare ad una serata al cinema per rimanere a casa a sifonare il fondo della vasca.




L'acquario, per funzionare a dovere, deve essere grande. Le attrezzature sono ingombranti. Serve almeno un ripostiglio per secchi, taniche e tubi. Non basta. Vasche per la quarantena, catini per l'allevamento delle artemie, impianto e bidoni per l'acqua osmotica occupano, nella migliore delle ipotesi, uno stanzino. Inutile, quindi, avventurarsi nell'allestimento di una mega vasca se poi per preparare le decine di litri d'acqua salata necessari ai cambi mensili si è costretti a congestionare di taniche il bagno o la cucina finendo con l'allagare la stanza.

Trinidad - Cuba (novembre 1997)


Solo qualche assaggio. I cristalli da 15 mm di spessore per una vasca da 500 litri richiedono una spesa poco al di sotto del milione di lire. Un buono schiumatoio va oltre le 700 mila lire. Un controller di marca per il pH può costare un paio di milioni. Le plafoniere con lampade HQI possono raggiungere anche i quattro milioni. E l'attrezzatura non è tutto. Le rocce vive (una vasca da 500 litri ne richiede circa un quintale) si trovano in giro sulle 25 mila lire al kg. L'acquario è finalmente allestito? Bene, ci sono le bollette della corrente elettrica (solo le luci consumano almeno 400 watt per 10 ore al giorno), le lampade da sostituire ogni anno, i sali, i test chimici e via spendendo. Ovvio, non è detto che per illuminare una vasca sia indispensabile un impianto da quattro milioni: ci sono soluzioni ben più economiche. E chi sa arrangiarsi nel fai-da-te può senza dubbio risparmiare. Ma la mole sostanziale dei costi non cambia. Se per allestire un acquario di barriera pensate di investire quanto occorre per allevare un cane è meglio lasciar perdere. Oppure è meglio acquistare un cocker.


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© Alberto Scapini -1998
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