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- (2° parte)-


25 febbraio 1999




18 luglio 1999

Ho acquistato questa Sinularia asterolobata il 30 ottobre 1996. E' rimasta per un paio d'anni nel mio vecchio e tristissimo acquarietto da 150 litri ( per vederlo nella pagina seguente). Ma già dopo qualche mese dall'inserimento cominciò a deperire ritraendosi lentamente. Quando ho avviato la vasca attuale, la Sinularia era ridotta alle dimensioni di un mandarino. Volevo eliminarla ma nel settembre del '98 ho preferito trasferirla nel nuovo acquario. Dopo qualche mese ha ricominciato a espandersi e a crescere ramificandosi molto bene.


 
 
  


20 febbraio 1999

Discosoma sp. è uno degli invertebrati più facili da tenere. In acquario si riproduce senza difficoltà per scissione. L'esemplare fotografato si sta infatti dividendo.


 
 


20 febbraio 1999

2 novembre 1999

L' Acropora sp. di queste quattro immagini è il pezzo che più mi ha dato soddisfazione. E' stata inserita il 5 febbraio 1999, il diametro era di circa 10 cm. Una delle ramificazioni si presentava priva di tessuto, come evidente anche nella prima foto. In un anno e mezzo la colonia ha quasi triplicato il volume ed anche il ramo «morto» si è ricoperto di polipi. Non basta: sul blocco di base, da una chiazza di tessuto, è spuntata una nuova colonia (foto sotto a sinistra). Nel giugno del 2000, l'Acropora è stata colpita da RTN (Rapid Tissue Necrosis) e per salvarla sono stato costretto ad amputare due grossi rami. Dopo l'intervento, la pericolosa infezione si è arrestata e, nel punto della troncatura, i rami hanno ripreso a crescere nel giro di pochi giorni. Oggi la colonia ha un diametro di circa 25 cm, i rami si stanno aprendo a ventaglio (foto sotto a destra) e la struttura è irriconoscibile se confrontata con quella che l'Acropora presentava quando è stata introdotta in acquario. Il veloce tasso di crescita la sta portando ad una spietata competizione con le altre Acropore vicine in termini di luce e di spazio vitale.


13 dicembre 1999

27 agosto 2000


 
  

A destra, un pezzo di Acropora (nobilis ?) che è stato inserito il 5 febbraio 1998. All'inizio ho commesso un errore: ho fissato l'Acropora in un punto battuto da molta luce ma scarsa corrente e, per di più, molto vicino ad una colonia di Discosoma. Risultato: il tessuto ha cominciato a ritirarsi in alto verso le punte dei rami. Qualche mese dopo, ho trasferito l'Acropora in una zona con molto più movimento d'acqua e senza altri invertebrati «seccatori» nei paraggi. Il tessuto perduto non si è riformato ma le punte hanno ripreso a crescere in maniera molto rapida. Nell'ordine cioè degli 8-10 mm al mese. Nella foto sotto a sinistra, l'ingrandimento di un ramo dove è riconoscibile la parte chiara cresciuta nelle ultime settimane. Sotto a destra, il pezzo oggi con le nuove lunghe ramificazioni.


25 febbraio 1999

13 dicembre 1999

27 agosto 2000


 

Una spia dello stato di salute delle Acropore è data dall'estroflessione dei polipi dai singoli coralliti. A sinistra, una colonia completamente estroflessa. A destra, un particolare dei polipi fotografati con un forte ingrandimento.

 


27 agosto 2000
In una vasca ben avviata, con i nutrienti sotto controllo (in particolare Nitrati e Fosfati) e con una buona integrazione di Calcio, non è affatto difficile riuscire nella riproduzione artificiale delle Acropore. Il sistema più semplice è spezzare un ramo da una colonia ben sviluppata e fissarlo con dell'apposito mastice bicomponente in un punto della vasca ben battuto dalla luce e dalla corrente. Se la scelta della posizione è stata felice, nel giro di qualche settimana (se non prima) il ramo supera lo shock del «trasloco», torna ad estroflettere tutti i polipi e riprende a crescere. Nella foto, alcuni rami spezzati accidentalmente durante le operazioni di manutenzione sono stati fissati su una roccia. Dovrebbero diventare nuove colonie.



15 luglio 1999


27 agosto 2000

Quando ho acquistato la Seriatopora hystrix (12 luglio 1999), maneggiandola, si è spezzata la punta di un rametto. Invece di eliminarla ho preferito fissarla ad una pietra con dell'apposito mastice bicomponente (foto a sinistra). Il pezzo misurava circa 10 mm. Il giorno stesso i polipi sono tornati ad aprirsi e nei giorni successivi il frammento ha cominciato a crescere come si nota dalle punte bianche. Oggi, a poco più di un anno di distanza, quel rametto è irriconoscibile: si è trasformato in un piccolo cespuglio calcareo (foto a destra). Una particolarità riscontrata nella colonia di Seriatopora hystrix è la crescita delle punte verso il basso. L'unica spiegazione che sono riuscito a dare è che la colonia è posizionata a pochi centimetri dal pelo dell'acqua, evidentemente troppo pochi per i polipi che, quindi, tendono a prolungare i rami verso il basso.
 


 


26 febbraio 1999
Buono anche l'accrescimento in acquario di Tridacna. La T. crocea della foto è stata inserita il 21 novembre 1998. Nel giro di tre mesi era già cresciuta di oltre un centimetro: nella foto sono evidentissime le due «lame» di conchiglia più chiare formatesi in vasca.

  

Un Sarcophyton ehrenbergi inserito il 24 aprile 1999. Dal gambo principale si è staccato un nuovo esemplare (foto a sinistra) che, tagliato con una lametta, è stato fissato su una roccia ed ha cominciato a crescere in maniera rigogliosa (foto a destra).




17 ottobre 1998

27 agosto 2000
L'Euphyllia divisa ha avuto una crescita lenta ma notevolissima. Quando è stata inserita (3 ottobre 1998) presentava sei calici (foto in alto a sinistra). Qualche mese dopo, durante le operazioni di pulizia, uno è stato irrimediabilmente danneggiato. Il polipo, come spesso accade in questa specie, è stato colpito da un'infezione batterica ed è marcito nel giro di qualche settimana. Al contrario, gli altri cinque calici sono cresciuti e molti si sono persino suddivisi: oggi sono una quindicina. Il volume dell'Euphyllia è triplicato (foto in alto a destra). Nella foto al centro scattata in piena notte mentre i polipi erano retratti, si vede distintamente la ramificazione cresciuta in acquario. A destra, un ingrandimento mette in evidenza la divisione dei calici. L'Euphyllia va sempre maneggiata con estrema attenzione. La più piccola lesione al tessuto attorno ai calici, molto spesso si risolve con la perdita del polipo.

27 agosto 2000

27 agosto 2000

 


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© Alberto Scapini -1998
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